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Milano Pride 2025: il mio intervento dal palco. Diritti, istituzioni e futuro

Un discorso per il cambiamento: dal diritto al nome alias alla difesa della democrazia

Sabato 28 giugno ho avuto l’onore di intervenire dal palco finale del Milano Pride 2025. Insieme a centinaia di migliaia di persone, ho portato la mia voce come attivista, consigliera comunale e cittadina che crede profondamente nel valore delle istituzioni democratiche.

Nel mio intervento ho ricordato che dal maggio 2022, grazie a una mozione da me presentata e approvata in Consiglio comunale, oltre 13.000 dipendenti del Comune di Milano possono oggi utilizzare il nome alias nei documenti interni. E che, da marzo 2025, le persone transgender e non binarie possono viaggiare su tutta la rete ATM con un abbonamento che riporta il nome di elezione. Azioni concrete, che migliorano la qualità della vita e parlano di riconoscimento, rispetto e cittadinanza.

Ma ho anche sottolineato che i Pride non sono garantiti ovunque: a Budapest, in Ungheria, il Pride è stato vietato dal regime di Orbán. Eppure, tante e tanti hanno scelto di esserci lo stesso, tra cui Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale di Milano, che ha voluto testimoniare che la nostra città i diritti li difende, sempre.

Orgoglio, diritti e impegno democratico

Il mio messaggio si è rivolto in particolare alle persone più giovani: credete nelle istituzioni democratiche, anche quando sembrano lente, complicate o lontane. È lì, dentro le istituzioni, che possiamo davvero cambiare le cose. Io stessa, con fatica e determinazione, “rompendo le scatole”, ho contribuito a trasformare piccoli grandi pezzi della realtà in cui viviamo.

Ho voluto ricordare anche che il Pride è un presidio democratico, e che la nostra lotta per i diritti delle persone LGBTQIA+ non può mai prescindere dalla difesa dei diritti umani e dei diritti dei popoli. Non possiamo ignorare ciò che accade nel mondo: le guerre, le ingiustizie, i genocidi. La nostra è una lotta intersezionale e universale.

Costruire democrazia ogni giorno

Alle cittadine e ai cittadini ho rivolto un appello: partecipate, discutete le regole, rompetene alcune – pacificamente – se sono ingiuste, e abbiate l’ambizione di riscriverle, democraticamente. Perché solo così i diritti possono continuare a esistere. La democrazia non è scontata: va difesa, costruita e vissuta, anche nei piccoli gesti quotidiani.

Vi ringrazio per esserci, per resistere insieme a noi.

Buon Pride!

🏳️‍🌈 Diritti LGBTQIA+ e Pride – Link esterni

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Contrastare i discorsi d’odio: strumenti, alleanze e territori

La Commissione speciale del Comune di Milano incontra la Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e fenomeni d’odio

Lo scorso 3 luglio, si è tenuta una nuova e ricca seduta della Commissione speciale contro i discorsi d’odio e i fenomeni d’odio del Comune di Milano. Un incontro importante, che ha visto la partecipazione di due ospiti di altissimo profilo: la professoressa Nanna Relfiano, costituzionalista e coordinatrice della Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e fenomeni d’odio, e il professor Federico Faloppa, linguista, docente alla University of Reading e autore della raccomandazione del Consiglio d’Europa sul tema.

L’obiettivo dell’incontro: rafforzare il lavoro della Commissione milanese in una logica di alleanza con la società civile e di costruzione di strumenti concreti – una “cassetta degli attrezzi” – per amministrazioni locali impegnate nel contrasto all’hate speech.

🎥 Puoi rivedere la Commissione su YouTube: Guarda il video completo


I discorsi d’odio come fenomeno multidimensionale e multilivello

Come sottolineato dalla professoressa Relfiano, i discorsi d’odio rappresentano un fenomeno complesso, che non può essere affrontato con un solo strumento. Occorre un approccio multilivello – penale, civile, amministrativo – e multidimensionale, capace di cogliere le radici culturali e strutturali del linguaggio d’odio.

Partendo dalla raccomandazione del Consiglio d’Europa del 2022, la relatrice ha illustrato le norme italiane in materia – dall’art. 604 bis del codice penale alle disposizioni antidiscriminatorie del diritto civile – e le opportunità offerte dal Regolamento Agcom del 2021. Ma ha anche evidenziato l’importanza degli strumenti “soft”: educazione, formazione, sensibilizzazione, monitoraggio.


La Rete nazionale contro i discorsi d’odio: un’alleanza tra istituzioni e società civile

Il professor Faloppa ha presentato il lavoro della Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e fenomeni d’odio, una realtà unica nel suo genere, che unisce enti locali, ONG, università, associazioni professionali e centri di ricerca.

Tra le attività della rete:

  • il monitoraggio dell’hate speech online e offline (come le Mappe dell’Intolleranza e il Barometro dell’odio di Amnesty);
  • la produzione di strumenti pratici come vademecum, linee guida e campagne di contro-narrazione;
  • la costruzione di alleanze locali, come avvenuto a Brescia e Reggio Emilia;
  • la formazione rivolta ad amministratori, media, forze dell’ordine e giovani.

Un approccio fondato sul principio che “l’odio dei giusti non esiste”, e che contrastare l’odio significa anche migliorare il servizio pubblico, rendere le istituzioni più eque, inclusive e capaci di rispondere ai bisogni di tutte e tutti.


Milano: dal monitoraggio all’automonitoraggio

Nel mio intervento ho sottolineato quanto sia urgente non solo contrastare i discorsi d’odio, ma anche alimentare narrazioni alternative. In una fase storica in cui l’odio viene spesso normalizzato o persino istituzionalizzato, il lavoro delle istituzioni deve orientarsi alla comprensione, alla prevenzione e all’alleanza con le vittime.

Ho condiviso l’idea, emersa durante il dibattito, di partire dalle voci delle persone fragilizzate – non fragili – e di valorizzare pratiche come la mappatura dei territori, la promozione dei luoghi “hate free”, i focus group nei municipi, la formazione linguistica e istituzionale.

Milano può essere, ancora una volta, laboratorio nazionale e internazionale di buone pratiche: lavoreremo per costruire una rete locale ispirata a quella nazionale, che metta insieme istituzioni, media, associazioni, scuole, università, forze di polizia e cittadinanza.


Verso un toolkit milanese contro l’odio

La Commissione proseguirà il suo cammino con questo orizzonte: costruire strumenti, condividere linguaggi, promuovere cultura democratica. Lo faremo con la forza della collaborazione, della formazione, dell’analisi. Con la convinzione che ogni parola conta e che l’odio non si combatte solo con le leggi, ma con le pratiche quotidiane di giustizia, rispetto e inclusione.


Link utili:

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🌈 Comune di Milano, persone transgender e nome alias: cosa è cambiato a Milano grazie alla mia mozione

Il 28 giugno, in occasione del Milano Pride, salirò sul palco per parlare di un risultato concreto ottenuto grazie al mio lavoro in Consiglio comunale: l’introduzione del nome alias per i dipendenti del Comune di Milano e l’estensione dell’abbonamento ATM con il nome di elezione per le persone transgender.

Queste due misure sono oggi realtà grazie a una mia mozione, approvata dal Consiglio comunale nel 2022, nata dall’ascolto di cittadine e cittadini transgender e da anni di confronto sui temi dell’identità di genere e della dignità delle persone transgender.

Nel testo, ho chiesto con chiarezza che il Comune si attivasse per:

  • consentire ai propri dipendenti transgender di utilizzare un nome di elezione in tutti i contesti interni e informali, prima della rettifica anagrafica;
  • promuovere l’attivazione di abbonamenti ai mezzi pubblici ATM con nome alias, garantendo riservatezza e rispetto della persona.

Non si è trattato di un gesto simbolico, ma di un provvedimento concreto, con ricadute reali sulla vita quotidiana di molte persone.
Il diritto a essere chiamati con il proprio nome non è un dettaglio: è riconoscimento, è dignità, è inclusione.

Queste misure — oggi pienamente operative — rappresentano un segnale importante: Milano riconosce l’identità di genere dei suoi cittadini, senza discriminazioni, e lo fa con strumenti amministrativi concreti.

Il Comune ha anche promosso l’attivazione degli abbonamenti ATM con nome alias, garantendo riservatezza e rispetto della persona.
Questa possibilità è oggi attiva e pubblicamente descritta sia sul sito del Comune di Milano, sia sul sito di ATM:

🔗 Comune di Milano – Identità alias anche per l’abbonamento ATM
🔗 ATM – Tessera con nome di elezione per persone transgender

Sono orgogliosa di aver promosso e difeso questa mozione con determinazione. In un contesto politico in cui troppo spesso le istanze delle persone transgender vengono ignorate o ridotte a bandiere identitarie, ho scelto di lavorare con metodo, visione e competenza per portare risultati tangibili.

📜 Estratto della mozione approvata dal Consiglio comunale

Il testo della mia mozione, approvata dal Consiglio comunale di Milano nel 2022, parte da un principio fondamentale: il riconoscimento del diritto all’identità di genere come espressione del diritto all’identità personale.

Nel documento si chiede al Comune:

  • di istituire un Registro per il riconoscimento del genere di elezione per le persone transgender;
  • di attivare il nome alias nei contesti lavorativi del Comune (come badge, mail, piattaforme digitali);
  • di consentire abbonamenti ATM con nome di elezione;
  • di favorire il diritto di voto anche in presenza di discrepanze tra identità percepita e documenti anagrafici;
  • di introdurre un sistema riservato di atti notori per rendere possibile questo riconoscimento senza attendere la rettifica anagrafica.

La mozione richiama risoluzioni europee, sentenze della Corte Costituzionale, dati dell’ISS e l’ICD-11, e denuncia la discrepanza tra identità vissuta e documenti come causa di discriminazione, esclusione e minoranze stressate.

👉 Se desideri leggere il testo integrale della mozione, puoi farlo qui:

🌈Ci vediamo al Milano Pride!

Il mio impegno per i diritti civili non nasce oggi: è iniziato nel 1998 nei movimenti e oggi continua nelle istituzioni, con lo stesso spirito di giustizia e rispetto che mi ha guidata fin dall’inizio.

Il Milano Pride è una festa, ma è anche un presidio democratico.
Ed è dal palco del Pride che racconterò questo percorso fatto di ascolto, scrittura politica e decisioni istituzionali.
Un percorso che rivendico con orgoglio e che continuerò a costruire, insieme a chi crede in una città più libera, più equa, più umana.

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Mappe d’odio, stereotipi e hate speech: un’analisi necessaria per politiche pubbliche efficaci

Milano, 16 giugno 2025 – Prosegue il lavoro della Commissione Speciale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio del Comune di Milano, che nella sua ultima seduta ha ospitato due esperti di grande rilievo: Silvia Brena, scrittrice, giornalista e cofondatrice di Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, e Paolo Inghilleri, medico e professore ordinario di psicologia sociale presso l’Università Statale di Milano.

Un incontro denso di dati, riflessioni, emozioni. Una discussione che ha incrociato il rigore della ricerca con la responsabilità della politica.


La mappa dell’intolleranza: un progetto decennale

Silvia Brena ha presentato i risultati aggiornati della Mappa dell’Intolleranza, un progetto nato dieci anni fa per monitorare l’odio online attraverso tecniche di sentiment analysis e l’uso dell’intelligenza artificiale, sviluppate con il contributo dei dipartimenti di informatica delle università di Milano e Bari.

La mappa si concentra su sei assi principali: misoginia, omofobia, razzismo, antisemitismo, islamofobia e abilismo. Tra i dati più preoccupanti:

  • La misoginia resta l’odio più diffuso, con picchi di body shaming e aggressività sul corpo delle donne;
  • cresce l’antisemitismo, passato dal 6% nel 2022 al 27% nel 2024, spesso legato al conflitto israelo-palestinese e alla sostituzione dello stereotipo dell’ebreo con quello del “sionista”;
  • l’abilismo si conferma come fenomeno trasversale, spesso usato come insulto generico, rivelando una cultura ancora profondamente discriminatoria.

Brena ha sottolineato che “ogni picco di hate speech online corrisponde spesso a fatti gravi offline: femminicidi, aggressioni, violenze”. Le piattaforme digitali, ha spiegato, “sono catalizzatori di odio, che legittimano pulsioni aggressive latenti e destrutturano la coesione sociale”.

📊 I dati della Mappa dell’Intolleranza: hate speech geolocalizzato

Silvia Brena ha illustrato i risultati più rilevanti della mappatura 2024 su piattaforme come X (ex-Twitter):

  • Misoginia (body shaming): continua a dominare con circa il 50 % dei tweet negativi.
  • Antisemitismo: in crescita drastica dal 6 % al 27 % dal 2022 al 2024, spesso legato a conflitti geopolitici
  • Abilismo e xenofobia: emergono come fenomeni stabili, con picchi in corrispondenza di eventi mediatici o sociali.
  • Geolocalizzazione: Milano, Roma, Napoli e Torino risultano le città più colpite .

Le dinamiche psicologiche dell’odio: la parola al professor Inghilleri

Paolo Inghilleri ha interpretato i dati alla luce della psicologia sociale. Ha parlato di:

  • Deumanizzazione e infraumanizzazione: i gruppi bersaglio dell’odio sono percepiti come “meno umani”, facilitando la violenza simbolica e reale.
  • Autoggettivazione: molte donne alimentano la misoginia, spesso interiorizzando modelli tossici, come dimostrato dal 20% di tweet d’odio firmati da profili femminili.
  • Necessità di appartenenza: la partecipazione all’odio online è spesso una forma di identificazione di gruppo, di ricerca di appartenenza in un contesto sociale frammentato e insicuro.
  • Conoscenza indiretta dell’altro: l’odio si alimenta di ignoranza e distanza. Secondo i dati, la maggior parte degli “odiatori” non ha esperienze dirette con le persone o i gruppi che attacca.

“Conoscere l’altro è il primo passo per disinnescare i meccanismi dell’odio”, ha concluso Inghilleri, suggerendo l’importanza di creare esperienze condivise nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nei contesti sociali.


Il mio intervento: potere, norma e attivismo

Nel mio intervento, ho voluto portare una riflessione sulla connessione tra attivismo e violenza verbale. Le shitstorm online – veri e propri assalti digitali – si scatenano con particolare virulenza quando gruppi sociali marginalizzati tentano di mettere in discussione le gerarchie del potere. Donne, persone LGBTQIA+, razzializzate, con disabilità: chi porta la propria esperienza come leva per il cambiamento viene spesso punito con violenza, derisione, aggressioni.

L’odio non si scatena a caso: si attiva per difendere uno status quo fondato su diseguaglianze strutturali. Per questo, ogni intervento politico sul tema dell’hate speech deve affrontare la questione del potere, e non solo della retorica.


Verso una cassetta degli attrezzi

Con la presidente Elisabetta Nigris condividiamo l’obiettivo di costruire una “cassetta degli attrezzi” della Commissione: strumenti di analisi e azione per affrontare il fenomeno dell’odio nella città. Una parte sarà conoscitiva, l’altra operativa: mappature territoriali, interventi nei municipi, percorsi formativi nelle scuole e nei media, campagne istituzionali che promuovano nuove narrazioni.

La Commissione contro l’odio non è un luogo astratto. È uno spazio dove proviamo a capire e trasformare la realtà.


Rivedi la seduta

📺 Guarda il video integrale della seduta
🔗 Commissione contro l’odio – giugno 2025 (YouTube)

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🏳️‍🌈 Pride Month Italia 2025: calendario eventi e significato politico e culturale

Giugno è il mese dei Pride in Italia 🏳️‍🌈

Giugno è riconosciuto a livello internazionale come il Pride Month, il mese dell’orgoglio LGBTQIA+. Un periodo in cui le comunità arcobaleno e le persone alleate si mobilitano in tutto il mondo per celebrare la visibilità, i diritti e la lotta contro ogni forma di discriminazione.

In Italia, decine di città si preparano ad accogliere cortei, manifestazioni e incontri pubblici. Il Pride è un’occasione per festeggiare l’identità, ma anche per riflettere sul cammino ancora da percorrere in tema di diritti civili, tutela delle persone transgender, contrasto all’omolesbobitransfobia.

Partecipare agli eventi Pride significa sostenere i diritti umani, arricchire la propria conoscenza e schierarsi, con rispetto e determinazione, dalla parte della libertà e dell’autodeterminazione di tutte le persone. Insieme, oltre le differenze.

📍 Calendario Pride Italia 2025 – Tutte le date

Anche quest’anno, centinaia di migliaia di persone scenderanno in piazza in decine di città italiane. Il calendario completo è disponibile sul sito ondapride.it.

Giugno 2025

  • 7 giugno: Torino, Messina, Pavia, Taranto, Dolo
  • 14 giugno: Roma, Genova, Lecco
  • 15 giugno: Avellino (Irpinia Pride)
  • 21 giugno: Bari, Bergamo, Cosenza, Parma, Pesaro, Prato, Palermo, Avezzano (Abruzzo Pride)
  • 28 giugno: Milano, Bologna, Bolzano (Südtirol Pride), Salerno, Sassari
  • 29 giugno: Ragusa

Luglio 2025

  • 5 luglio: Alba, Favignana, Catania, Lodi, Napoli, Taranto, Terni, Tortona
  • 12 luglio: Caltagirone, La Spezia, Lecce
  • 19 luglio: Siracusa, Varese
  • 26 luglio: Rimini, Termoli, Trapani

Agosto 2025

  • 9 agosto: Cammarata – San Giovanni Gemini

Settembre 2025

  • 6 settembre: Omegna (VCO Pride)
  • 20 settembre: Sondrio, Castellammare di Stabia
  • 27 settembre: Arcore (Brianza Pride)

Perché il Pride non è solo una festa

Il Pride nasce da una storia di resistenza. Ricorda i moti di Stonewall del 1969, le battaglie di attivisti e attiviste come Marsha P. Johnson e Sylvia Rivera, il coraggio delle persone LGBTQIA+ che per decenni hanno lottato per vivere con dignità.

Oggi il Pride è:

  • Memoria di chi ci ha preceduto
  • Lotta per i diritti ancora negati
  • Resistenza contro l’odio, la discriminazione, la violenza

Essere presenti ai Pride significa dire: “Io sostengo i diritti umani. Io voglio una società più giusta. Io sono con voi.”

Un invito a partecipare, conoscere e agire

Invito tutte e tutti a partecipare agli eventi del Pride Month 2025. Ogni parata, ogni incontro, ogni momento di condivisione è un’occasione per rafforzare la consapevolezza collettiva, per costruire alleanze e per fare cultura dei diritti.

Anche io darò il mio contributo all’Onda Pride 2025, partecipando ad alcuni appuntamenti per presentare il mio ultimo libro Indietro non si torna. Il lungo cammino dei diritti civili delle persone LGBT+ in Italia (TEA, 2023).

📍 Ci vediamo in piazza. Insieme. Oltre le differenze.

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Referendum 8 e 9 Giugno: Votiamo 5 SÌ per i Diritti, il Lavoro e l’Inclusione

Perché è importante partecipare ai referendum

L’8 e 9 giugno 2025, milioni di cittadine e cittadini saranno chiamati alle urne per esprimersi su cinque quesiti referendari che affrontano alcuni dei temi più urgenti e sensibili del nostro tempo: diritti del lavoro, tutele nelle piccole imprese, sicurezza sul lavoro, lotta al precariato e riforma della cittadinanza.

Questi referendum rappresentano un’opportunità concreta per migliorare la qualità della vita e restituire dignità, equità e giustizia sociale a lavoratrici, lavoratori e nuove generazioni. Votare significa costruire una società più giusta, inclusiva e sicura.

Consulta il Sito ufficiale della campagna “Referendum 2025”.
Contiene dettagli sui 5 quesiti, comitato promotore, materiali e news ufficiali.

Quesito 1 – Scheda Verde: Stop ai Licenziamenti Illegittimi

Cosa prevede il quesito:
Ripristinare il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro per chi è stato licenziato ingiustamente, cancellando le norme del Jobs Act che hanno limitato le tutele storiche previste dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

🗳️ Vota SÌ per difendere i diritti di chi lavora e per contrastare gli abusi da parte dei datori di lavoro.


Quesito 2 – Scheda Arancione: Più Tutele nelle Piccole Imprese

Cosa prevede il quesito:
Cancellare il tetto massimo all’indennizzo nei casi di licenziamento ingiusto in aziende con meno di 15 dipendenti. La decisione sul risarcimento tornerebbe al giudice del lavoro.

🗳️ Vota SÌ per garantire uguaglianza di diritti anche a chi lavora nelle micro e piccole imprese.


Quesito 3 – Scheda Grigia: Riduzione del Lavoro Precario

Cosa prevede il quesito:
Cancellare le normative che legittimano l’uso abusivo dei contratti a termine, riportandoli alla loro funzione originale: esigenze lavorative temporanee.

🗳️ Vota SÌ per fare del contratto a tempo indeterminato la norma e non l’eccezione.


Quesito 4 – Scheda Rosa: Più Sicurezza sul Lavoro

Cosa prevede il quesito:
Cancellare le norme che deresponsabilizzano le imprese appaltanti in caso di infortuni sul lavoro. L’obiettivo è regolamentare il sistema degli appalti e garantire condizioni di lavoro sicure.

🗳️ Vota SÌ per fermare la strage quotidiana di lavoratori e lavoratrici.
👉 Ogni giorno in Italia muoiono tre persone lavorando, fermiamo questo silenzioso massacro!


Quesito 5 – Scheda Gialla: Più Inclusione e diritti di cittadinanza

Cosa prevede il quesito:
Dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza richiesto per ottenere la cittadinanza italiana, favorendo così percorsi più rapidi e giusti di inclusione.

🗳️ Vota SÌ per riconoscere diritti a chi vive, lavora, studia e contribuisce da anni alla nostra società.


Votare è un atto di giustizia sociale

Con questi 5 SÌ, possiamo cambiare il Paese. Possiamo:

  • Difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori
  • Contrastare la precarietà
  • Salvare vite sul lavoro
  • Promuovere pari dignità e sicurezza
  • Costruire una società che riconosce chi contribuisce, a prescindere dal luogo di nascita

Con il SÌ, torniamo a difendere i diritti fondamentali.

Quando si vota?

📅 Sabato 8 e domenica 9 giugno 2025 recati alle urne con un documento di identità e la tessera elettorale. Avrai a disposizione cinque schede di colore diverso: verde, arancione, grigia, rosa e gialla.
👉 Basta una croce sul per contribuire al cambiamento.

Come puoi aiutare

💬 Parla con amici, familiari e colleghi.
📱 Condividi questo articolo sui social.

L’Italia ha bisogno di più diritti, non di meno. Di più inclusione, non esclusione. Di più sicurezza, non precarietà. Il referendum dell’8 e 9 giugno 2025 è un’occasione storica: votiamo 5 SÌ per un Paese più giusto.

🗳️ Fai anche tu la differenza. Condividi. Partecipa. Vota.

🔗 📊 Link

  1. Ministero degli Esteri – Informativa per elettori all’estero
    Spiega chi può votare da AIRE, modalità di voto per corrispondenza, scadenze e indirizzi utili.
  2. Internazionale – “Breve guida ai referendum dell’8 e 9 giugno. Un riassunto accessibile e chiaro dei quesiti, delle regole di voto e del quorum.
  3. Ipsos – “Referendum abrogativi 2025: cosa sono, quando si vota e cosa ne pensano gli italiani”. Un’analisi statistica su consapevolezza, importanza e propensione al voto.
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Prima seduta della Commissione contro l’odio: un dialogo necessario

Ieri si è tenuta la prima seduta della Commissione contro i discorsi e i fenomeni d’odio, un momento importante per riflettere insieme su un tema che tocca in profondità la nostra società. L’incontro ha visto come ospiti d’eccezione la professoressa Marilisa D’Amico e la professoressa Michela Santerini, due esperte che hanno saputo far luce sul fenomeno con parole chiare e profonde.

📺 È possibile rivedere la seduta completa su YouTube al seguente link:
👉 https://www.youtube.com/watch?v=wmI0RnnbvLk&list=PL3urODwMu9YrOB3Nbq4JsLLOKrJ-IdOki&index=4

Uno dei concetti più forti emersi è che l’odio non si limita alla dimensione personale. Non colpisce le persone per ciò che fanno, ma per ciò che sono. È un sentimento collettivo e multidimensionale che, come un virus, si insinua nei legami sociali e prende di mira gruppi scelti per alcune caratteristiche: la religione, il genere, l’etnia, l’orientamento sessuale, l’identità di genere. L’odio crea fratture, erige muri, alimenta l’opposizione tra un “noi” e un “loro” che diventa sempre più difficile da superare. E questo, purtroppo, può portare alla violenza.

Proprio su questo punto si è soffermata la professoressa Santerini, spiegando come i discorsi d’odio (hate speech) spesso rappresentino l’anticamera dei crimini d’odio (hate crimes). La polarizzazione sociale non è solo una questione di parole, ma può avere conseguenze tangibili e dolorose nella vita delle persone.

Un altro tema cruciale emerso è il ruolo del web e dei social network. Piattaforme che, per la loro istantaneità e potenziale viralità, possono diventare vere e proprie fucine dell’odio. Un commento carico di livore può fare il giro del mondo in pochi secondi, creando effetti devastanti e contribuendo a normalizzare la violenza verbale e simbolica.

Abbiamo discusso di tre tipologie di odio particolarmente allarmanti:

  • L’antisemitismo, spesso celato dietro le vesti dell’antisionismo;
  • La misoginia, che si manifesta in molte forme e che trova nel web un terreno fertile;
  • Il razzismo, che oggi assume anche le forme più insidiose di neofascismo e neonazismo. Gli studi e le ricerche ci parlano di una preoccupante recrudescenza di questi fenomeni, che non possiamo più permetterci di ignorare.

Fortunatamente, esistono definizioni giuridiche chiare, sia a livello nazionale che internazionale, che ci danno gli strumenti per contrastare l’odio. Ma il diritto, da solo, non basta: serve anche un impegno collettivo e culturale per rafforzare la democrazia, perché l’odio la erode e la indebolisce dall’interno.

In Italia, ci troviamo davanti a un vero e proprio dilemma costituzionale. La nostra Costituzione tutela, da un lato, la libertà di manifestazione del pensiero (articolo 21), e dall’altro il principio di uguaglianza e non discriminazione (articolo 3). Come possiamo garantire la libertà di espressione senza calpestare la dignità della persona? La risposta è che la libertà di parola è sacrosanta, ma si ferma dove inizia l’offesa e la lesione della dignità altrui. Non possiamo sacrificare la dignità sull’altare delle opinioni.

Questo primo incontro della Commissione non è stato solo un momento di analisi, ma un invito a riflettere sul ruolo di ciascuno di noi. Combattere l’odio è un dovere civico e morale che parte dalle parole che scegliamo, dai gesti che compiamo, dalla capacità di costruire ponti invece di erigere muri.

🌿 È un percorso lungo, ma necessario. E questa Commissione vuole essere uno spazio di ascolto, di confronto e di costruzione. Perché l’odio si vince solo insieme.

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Eletta vicepresidente della Commissione contro i discorsi d’odio

Recentemente, il Consiglio comunale di Milano ha istituito una Commissione speciale contro i discorsi e i fenomeni d’odio. Un passo importante per la nostra città, che intende contrastare in modo concreto ogni forma di discriminazione e violenza verbale, online e offline.

In questo contesto, ho avuto l’onore di essere eletta vicepresidente della commissione. Una responsabilità che affronto con serietà, consapevole dell’importanza di creare una Milano in cui tutte le persone possano sentirsi accolte, rispettate e tutelate.

Quando la commissione è stata istituita, Liliana Segre ha inviato un messaggio al Consiglio comunale. Le sue parole sono state un richiamo prezioso alla memoria e alla necessità di costruire una società fondata sul rispetto e sulla solidarietà. Il suo messaggio è per me un faro: ci ricorda che le parole possono ferire, ma anche guarire, e che ogni gesto di rispetto conta.

In commissione, il lavoro mio e della presidente Elisabetta Nigris sarà quello di:

  • promuovere l’educazione civica e la sensibilizzazione contro l’odio;
  • collaborare con scuole, università e associazioni;
  • proporre azioni concrete per contrastare fenomeni discriminatori e violenti.

Credo che l’impegno di ciascuno di noi sia indispensabile per dare forza a queste azioni. Lo è a Milano, ma anche oltre. Le istituzioni devono fare la loro parte, e io sono determinata a contribuire con impegno e dedizione.


📌 Per chi vuole approfondire

Per chi desidera conoscere di più su questa commissione e sulle attività che stiamo portando avanti, qui trovate il link ufficiale del Comune di Milano:
🔗 Archivio del Consiglio Comunale di Milano – Deliberazioni e Commissioni

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📝 “5 Sì. E Poi?”: un pomeriggio di idee e passione per il futuro del lavoro

Sabato scorso si è finalmente tenuto il primo incontro organizzato dal Dipartimento Lavoro e Precarietà del Partito Democratico di Milano, di cui ho l’onore di essere co-responsabile insieme a Massimiliano Onorato.
L’evento, dal titolo evocativo “5 Sì. E poi?”, è nato con l’obiettivo di approfondire e dare seguito ai cinque quesiti referendari dell’8 e 9 giugno, per i quali invitiamo convintamente e con determinazione a votare 5 sì.

La discussione si è articolata in due panel tematici, “La questione salariale” e “Tempo di vita, tempo di lavoro”, che hanno permesso di andare oltre i referendum, affrontando temi cruciali per il futuro del lavoro e della cittadinanza attiva.

Le nostre relatrici e i nostri relatori, con la loro grande competenza e passione, ci hanno guidato con riflessioni profonde e con esperienze concrete. Voglio esprimere loro un sentito ringraziamento: il loro contributo è stato prezioso per arricchire il dibattito e mostrare come la buona politica possa ancora fare la differenza.

Un grazie speciale va al nostro Segretario metropolitano Alessandro Capelli e alla nostra Segretaria regionale Silvia Roggiani, che non ci fanno mai mancare il loro sostegno e che sono intervenuti portando il loro punto di vista e la loro visione.

Infine, grazie a tutte e a tutti coloro che hanno reso possibile questo incontro, mettendo a disposizione idee, tempo e passione civica. Senza di loro, nulla sarebbe stato possibile.
E un grazie, come sempre, a Massimiliano Onorato, per questa bella esperienza di lavoro condiviso che stiamo costruendo giorno dopo giorno.

L’incontro di ieri non è stato solo un momento di confronto, ma un passo concreto per immaginare e costruire insieme un futuro del lavoro più giusto e più umano. Continuiamo su questa strada!

#referendum #lavoro #cittadinanza #PDMilano #Milano #politica

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🕊️ Palazzo Marino si illumina per Gaza: “All Eyes on Gaza”

Oggi abbiamo compiuto un gesto simbolico ma importante: Palazzo Marino sarà illuminato con la scritta “All Eyes on Gaza”. Un segno di solidarietà e di attenzione verso la popolazione civile di Gaza, in questo momento drammatico di violenze e sofferenze.

Questa iniziativa nasce da un ordine del giorno presentato dalla consigliera Francesca Cucchiara, che ringrazio per il coraggio e la sensibilità politica dimostrata. L’ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio comunale con la sottoscrizione di tutti i gruppi di centrosinistra, ad eccezione dei Riformisti.

Questa illuminazione è molto più di un gesto simbolico: è un messaggio che Milano vuole lanciare al mondo. Un messaggio di solidarietà, di impegno civile e di responsabilità collettiva. Palazzo Marino, cuore della nostra città, diventa così un faro che richiama l’attenzione internazionale sulla tragedia umanitaria in corso a Gaza.

Milano, città di diritti e di pace, non può e non vuole restare in silenzio di fronte alle sofferenze di innocenti. La nostra voce si unisce a quella di tante altre città e comunità in tutto il mondo, per chiedere un cessate il fuoco immediato e il rispetto dei diritti umani.

Concludo rinnovando il mio grazie alla collega Francesca Cucchiara e a tutti coloro che hanno sostenuto questa iniziativa. Che il nostro impegno sia sempre dalla parte della vita, della pace e della dignità umana.

#Solidarietà #Gaza #Milano #PalazzoMarino #Politica

🌈 Una storica sentenza della Corte Costituzionale per i diritti delle famiglie arcobaleno

In questi giorni la Corte Costituzionale ha emesso una sentenza che segnerà un punto di svolta nel riconoscimento dei diritti delle famiglie arcobaleno in Italia. Con una decisione coraggiosa e lungimirante, la Corte ha stabilito che la madre intenzionale, ovvero colei che ha condiviso il progetto genitoriale e ha partecipato alla nascita del figlio, ha diritto a essere riconosciuta come madre a tutti gli effetti.

Questa pronuncia, attesa da tempo, afferma con chiarezza il principio che l’amore e la responsabilità verso i propri figli non possono essere cancellati da un vuoto normativo. È un passo decisivo verso l’uguaglianza, la tutela dell’infanzia e il rispetto delle diverse forme di famiglia presenti nella nostra società.

In un contesto in cui i diritti delle persone LGBTQIA+ e delle famiglie arcobaleno sono spesso messi in discussione, la sentenza della Consulta rappresenta una vittoria della civiltà giuridica e dei diritti umani. Apre uno spiraglio di speranza per molte coppie e per i loro figli, che potranno finalmente godere di una tutela piena e di pari dignità.

Come consigliera comunale, impegnata da anni per una società più giusta e inclusiva, acccolgo con entusiasmo questa decisione, che contribuisce a dare concretezza ai principi di uguaglianza e non discriminazione sanciti dalla nostra Costituzione. È la conferma che il diritto deve saper evolvere insieme alla realtà sociale, valorizzando le relazioni affettive e genitoriali fondate sul rispetto e sull’amore.

Sono profondamente convinta che questa sentenza non sia solo una questione tecnica o giuridica: è un messaggio potente per tutta la società. Riconoscere i legami di cura e di responsabilità significa rafforzare il tessuto sociale, combattere le discriminazioni e garantire un futuro più equo per tutti i bambini e le bambine.

Questa vittoria è il frutto di anni di impegno e di battaglie civili portate avanti con determinazione da chi ha creduto nella possibilità di cambiare le cose. A tutte le persone che hanno lottato per questo riconoscimento, va il mio pensiero e la mia gratitudine.

Il cammino verso una piena uguaglianza è ancora lungo, ma oggi possiamo guardare avanti con maggiore fiducia.