A Milano dedichiamo una strada alla femminista Carla Lonzi

Oggi in Consiglio comunale ho parlato del dramma dei femminicidi e di una cultura patriarcale da decostruire fin dalle sue fondamenta. Il video si interrompe a causa di un problema tecnico proprio quando annuncio di aver depositato una mozione per intitolare a Carla Lonzi una via della nostra città.
Peccato ma comunque poco male, avrò modo di tornare a parlare del valore di Lonzi – critica d’arte, scrittrice e fra le maggiori esponenti del femminismo italiano – quando discuteremo la mozione.

Le donne transgender sono donne. Con buona pace delle femministe “gender critical”

“Auguri a voi per cui questo augurio è un riconoscimento identitario.”
Come sempre il mio amico Nathan Bonnì trova le parole giuste.
Per noi donne transgender gli auguri in questa giornata sono prima di tutto il riconoscimento di un faticoso percorso di vita.
So che questa è una ricorrenza che deve vederci tuttə impegnatə nella lotta al patriarcato pubblico e che non c’è proprio nulla da festeggiare.
Ma credo che sia inevitabile per noi gioire quando ci vediamo viste e riconosciute dal mondo esterno per ciò che siamo, a dispetto dei tanti che ancora si ostinano a sottolineare il mero dato biologico, giocandoselo anche come strumentalizzazione politica.
Non mi riferisco soltanto alle Meloni o agli Adinolfi, ma anche a un’area del femminismo che si diverte a sottolineare un giorno sì e l’altro pure che noi non saremmo donne per una questione cromosomica, rivendicando un’inquietante idea di purezza dell’esser donna.
Ogni dichiarazione di questo genere contribuisce a discriminare, svilire e umiliare in modo profondo centinaia di migliaia di ragazze e donne trans che già faticano enormemente ad affermarsi in una società che discrimina.
Ogni dichiarazione di questo genere ferisce e fa sanguinare, altro che dibattiti pseudoaccademici sul “gender”.
Ogni dichiarazione di questo genere contribuisce a mantenere il tasso di suicidi fra persone trans fra i più alti in assoluto.

Per fortuna esiste una società civile che è più avanti di certa politica e di certe femministe completamente obnubilate dai polverosi dibattiti sul sesso degli angeli che riempiono le loro giornate.
Per fortuna esistono persone come il mio amico Nathan, o i ragazzi del bar sotto casa mia che stamattina – insieme alla mimosa – hanno pensato a un regalino per me, o ancora persone con cui ho lavorato e collaborato nel corso degli anni nell’ambito HR, che mi hanno scritto cose meravigliose.
E, ultimo ma non certo ultimo, il mio papà, che da anni non manca di farmi i suoi auguri.

Queste sono le persone che rappresentano il risultato, ma anche il futuro e l’orizzonte di tutte le nostre lotte. Grazie di esistere. 

In lottǝ! – Contro il negazionismo dell’identità di genere

Tavolo di discussione fra attivist* transgender e gender non-conforming sul fenomeno TERF o gender critical

Mercoledì 23 giugno Ore 18:30 – Evento on-line promosso da Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere e Milano Pride – Link all’evento: https://zoom.us/j/94412639309?pwd=OXovRFVnQmlHcnlEcWRtc2hKV2NLUT09

Introduzione e moderazione: Elena Mantovani, Famiglie Arcobaleno.

Interverranno: Eva Sassi Croce – Transfemminista radicale – Rete Trans* Nazionale e Rete Donne Transfemminsta Arcigay; Monica J. Romano – Socia Fondatrice e Presidente ACET – Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere – Autrice; Laura Caruso – Socia Fondatrice e Segretaria ACET – Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere; Christian Leonardo Cristalli – Attivista trans*; Christian Ballarin, responsabile di Spo.T, Sportello Trans del Maurice GLBTQ; Nathan Bonnì, architetto, attvista non-med e non-binary, autore

Che cosa vuol dire TERF?

Can Germaine Greer still be called a feminist after her comments on rape? |  Letters | The Guardian
Germaine Greer, accusata di posizionamenti TERF

Nel 2015, Elinor Burkett, femminista, giornalista americana, produttrice ed ex docente dell’Università del Maryland, attaccò Caitlyn Jenner, donna transgender, ex campione olimpico di decathlon, che aveva rilasciato un intervista per «Vanity Fair» dopo il suo coming out, con un articolo dal titolo: «Donne e uomini hanno lo stesso cervello?». Nel 2017, Dame Jenni Murray, giornalista inglese della BBC Radio 4, conosciuta come conduttrice della trasmissione Woman’s Hour, firmò un articolo per il «Sunday Times Magazine», dal titolo: «Siate trans, siate orgogliose, ma non chiamatevi una donna “vera”». Senza dimenticare Germaine Greer, scrittrice australiana e importante voce del femminismo, che da tempo anima una retorica trans-escludente, e per questo motivo anni fa fu pesantemente contestata alla giornata internazionale della donna a Brighton. Anche J.K. Rowling – famosissima autrice di Harry Potter – è stata recentemente accusata di di posizionamenti trans-escludenti, cioè discriminatori nei confronti delle persone transgender, non binary e gender non-conforming. Queste sono soltanto alcune delle pensatrici femministe che stanno promuovendo un messaggio dispregiativo e discriminatorio rivolto alle persone transgender in tutto il mondo.

Perché queste femministe discriminano le persone trans?

JK Rowling, accusata di posizionamenti TERF

Esiste un femminismo, spesso anche accademico, radicale e minoritario – ma ancora influente e privilegiato – che arriva ad asserire l’inesistenza dell’identità di genere e, conseguentemente, a sostenere una battaglia politica per la cancellazione delle persone transgender e gender non-conforming dall’ordinamento e dalla società civile.Questa corrente ha una visione essenzialista dei generi, secondo la quale – in estrema sintesi – «donne si nasce», e donne ci si può definire soltanto con un corredo genetico XX. Da tale visione, deriva che le donne transgender non potrebbero definirsi donne e non dovrebbero pertanto accedere agli spazi riservati alle donne, a partire dai bagni pubblici, avere dirittodi ricevere l’assistenza sanitaria se come requisito per i servizi erogati è prevista l’appartenenza al genere femminile, o essere accolte nei gruppi di sostegno per le donne.

Secondo queste pensatrici, le donne transgender intraprenderebbero percorsi di affermazione perché uomini che, sotto mentite spoglie, vorrebbero infiltrarsi nella fila del movimento femminista e distruggerlo. Deliranti assurdità, è più che evidente, purtroppo in gran parte coincidenti con quelle promosse da un certo attivismo ultra-cattolico che alimenta e fomenta le divisioni sullafantomatica «teoria gender» e che oggi ci possono sembrare soltanto le posizioni di alcuni fanatici estremismi, ma la cui pericolosità non va sottovalutata, perché domani potrebbero arrivare a rimettere in discussione diritti faticosamente acquisiti. Tali posizioni estremiste hanno purtroppo attecchito anche in Italia e occorrerà portare avanti nel nostro Paese, e con decisione, una nuova battaglia politica e culturale che impedisca la cancellazione dell’identità di genere e delle soggettività trans*.

Il 25 di tutte. Giornata contro la violenza sulle donne

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Gruppo Donne “Marielle Franco” di Arcigay Catania promuove una riflessione sulla violenza che colpisce donne trans e cis, qualunque sia il loro orientamento sessuale.
Saranno nostre gradite ospiti:
GRAZIELLA PRIULLA, sociologa e saggista, autrice di testi quali “Parole tossiche. Cronache di ordinario sessismo” (Settenove), “C’è differenza. Identità di genere e linguaggi: storie, corpi immagini e parole” (Franco Angeli), “Violate. Sessismo e cultura dello stupro” (Villaggio Maori).
MONICA J. ROMANO, attivista trans e scrittrice, presidente dell’associazione Acet (Associazione per la cultura e l’etica transgenere). È autrice di tre libri: il saggio “Diurna. La transessualità come oggetto di discriminazione” (Costa & Nolan), il romanzo di formazione “Trans. Storie di ragazze XY”, e il memoir militante “Gender (R)Evolution”, entrambi editi da Ugo Mursia.
NATASCIA MAESI, giornalista, responsabile Politiche di genere di Arcigay nazionale e coordinatrice della Rete donne transfemminista.
Introduce e modera l’incontro Vera Navarria, vicepresidente di Arcigay Catania e coordinatrice del Gruppo donne “Marielle Franco”.
Porterà i suoi saluti Armando Caravini, presidente di Arcigay Pegaso Catania.

Presentazione della rivista “Leggendaria” (n° 132)

Sabato 2 febbraio alle ore 18:30 presso la Libreria Antigone di Milano presentazione del numero 132 della rivista Leggendaria.Con Giuliana Misserville, curatrice del numero 132 di Leggendaria, dialogheranno Barbara Mapelli e Monica J. Romano.

Barbara Mapelli da tempo si occupa di tematiche legate alle culture e pratiche di genere, in particolare legate al’ambito educativo e sociale. Da alcuni anni si è avvicinata alle realtà lgbtqia poichè ritiene che le riflessioni sulle identità sessuali (anche per rifiutarne la definizione) siano centrali per una trasformazione positiva che coinvolga tutte e tutti. Monica J. Romano, scrittrice e attivista, ha recentemente pubblicato “Gender (R)Evolution“.


Trans/Scritture
Il Tema di questo numero, curato da Giuliana Misserville, è dedicato alle “Trans/Scritture”: come figure, vite concrete e narrate stanno cambiando l’immaginario del nostro presente attraverso la letteratura, il cinema, la Tv e il teatro. Questioni da mettere in agenda non solo per comprendere fenomeni che tuttora in Italia sono generalmente considerati marginali – oltre che fortemente osteggiati – ma anche per riposizionarsi sul fronte delle molte identità in gioco. Al Tema hanno contribuito Lidia Curti, Liana Borghi, Federica Fabbiani, Luisa Ricaldone, Gabriella Musetti, Paola Bono, Serena Guarracino, Monica Luongo e Cristina Giudice. Con un’intervista di Elisa Coco a Porpora Marcasciano.
Leggendaria celebra poi il centesimo anniversario della morte di Rosa Luxemburg e dedica ampio spazio alla figura della pittrice Artemisia Gentileschi. Alcune grandi scrittici (Antonella Anedda, Michela Murgia, Muriel Spark, Ali Smith) vengono messe sotto i riflettori. E poi ci sono le Strenne per gli Under-15, le Letture e le imperdibili Rubriche.
Ma questo è un numero doppio, anzi ben di più, perché alla rivista è allegato un Supplemento di 80 pagine dedicato alla figura e alla scomparsa di Bia Sarasini.