Sulle aggressioni al personale ATM

Martedì scorso – nel corso di una commissione trigiunta (Mobilità – Partecipate – Sicurezza) abbiamo incontrato l’amministratore delegato di ATM Arrigo Giana e le sigle sindacali in rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori per affrontare il tema delle aggressioni subite dal personale e della sicurezza sulle linee metropolitane e sui mezzi di superficie.
Presente anche l’Assessore Granelli.
Ad ATM va riconosciuto il merito di aver assunto come risorse interne e a tempo indeterminato circa 150 lavoratrici e lavoratori come addetti alla security, scelta non scontata se pensiamo che la tendenza – oggi come oggi – è quella di esternalizzare il lavoro affidandolo a cooperative (come è successo con i 60 lavoratori IT di SEA, operazione su cui mi sono ampiamente espressa nel febbraio scorso). L’azienda ha inoltre dotato un buon numero di mezzi di superficie di barriere di protezione per i conducenti e avviato una buona prassi di tutoring e di accompagnamento al disbrigo delle pratiche burocratiche legate alla denunce dei lavoratori vittime di aggressione.
D’altro canto, il dialogo con i sindacati – ringrazio Alberto Beretta (FILT CGIL), Giovanni Abimelech (CISL), Christian Colmegna (FIT CILS), Angelo Piccirillo (FILT CGIL) e Leonardo Ciccullo (UGL) – ha evidenziato le diverse criticità da risolvere, che vanno dagli interventi troppo tardivi di Polmetro (38 minuti per giungere sul luogo di un’aggressione denunciata), agli appena 15 (sic!) agenti di polizia locale adibiti ai trasporti (con 117 fermate della metropolitana, senza contare i mezzi di superficie) fino a un coordinamento migliorabile fra polizia, carabinieri, polizia locale e security interna all’azienda per migliorare la tempestività degli interventi.
Stando ai dati, negli ultimi anni le denunce di infortunio a seguito di aggressioni fisiche in ATM sono diminuite. Ma è anche giusto considerare tutte quelle aggressioni fisiche non abbastanza gravi da portare a una denuncia all’INAIL, così come quelle verbali, perché esse – pur essendo considerati fatti “minori” e meno gravi – comportano un impatto psicologico di cui dobbiamo farci carico (infatti mi trova molto d’accordo la proposta di Piccirillo di prevedere anche un sostegno psicologico alle vittime di aggressioni).
Organizzeremo a breve una seconda commissione sul tema sicurezza in ATM, perché l’incolumità e la serenità di dipendenti e viaggiatori deve venire al primo posto.

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