L’Italia e l’annosa questione della libera concorrenza

Oggi è iniziata alla Camera la discussione del , la cui approvazione è stata giustamente posta come condizione dall’Europa per l’erogazione dei fondi del PNRR.
Il DDL prevede maggiori poteri all’Antitrust e disporrà in materia di energie rinnovabili, concessioni balneari, gas e servizi idroelettrici, colonnine di ricarica, rifiuti e trasporto pubblico.
Anche alla luce del discorso tenuto da Mario Draghi in Senato prima della caduta del Governo, duole constatare che in Italia – ogni volta che si prova a mettere mano alle regole della concorrenza – si scatena un pandemonio perché tanti sono gli interessi corporativi che prepotentemente pretendono di vedere confermati ad aeternum privilegi che in altri paesi europei sarebbero considerati follia. , che pagano prezzi maggiorati come obolo per il mantenimento di queste posizioni di rendita.
‘ è già stato stralciato, segnale negativo che ci dice quanto la nostra democrazia è fragile quando gruppi di interesse ben rappresentati in Parlamento alzano la voce. Nel frattempo io a Milano continuo a discutere con tassisti che – prima di farmi salire a bordo – mi chiedono, peraltro in modo poco educato, se ho contanti (ovviamente la mia non vuole essere una sciocca generalizzazione: ho a che fare anche con tanti tassisti che rispettano le regole e mettono cordialmente a disposizione il POS per il pagamento elettronico).
Molto ci sarebbe da aggiungere anche sulle – ben rappresentate persino nel Consiglio comunale di Milano – sugli e su quella che permetterebbe a tanti giovani professionisti di entrare nel mercato del lavoro e poter competere ad armi pari.

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