Vladimir Luxuria contro Asia Argento: una riflessione su transfobia e misoginia

In merito allo scontro fra #Vladimir Luxuria e #AsiaArgento alla trasmissione “Carta Bianca” su Raitre, vi ripropongo un mio breve articolo uscito ad ottobre – in tempi non sospetti – sul caso #Weinstein, per SinistraxMilano.

“Il caso di Asia Argento ci racconta, ancora una volta, della misoginia che tutte e tutti introiettiamo fin dalla culla.
Nessuno pare salvarsi da questo condizionamento, a partire dalle tante donne, famose e non, che in questi giorni hanno espresso pubblicamente la loro riprovazione nei confronti dell’attrice, divenendo esse stesse agenti che veicolano un sentimento misogino.
Asia Argento sarebbe colpevole di aver assecondato il potente produttore statunitense Weinstein e di aver denunciato troppo tardi le molestie subite – hanno detto e scritto molte – aggiungendo che ad ogni donna nella vita professionale la molestia può capitare e che sarebbe sufficiente dire di no per proteggersi e uscirne “pulite”.
Insomma, ancora una volta si prende di mira il comportamento della vittima e la si colpevolizza, lasciando intatto un sistema patriarcale e maschilista che rende lecito lo scambio fra una prestazione sessuale e un avanzamento di carriera e dividendo le donne fra “brave” e “cattive ragazze”.
Un divide et impera che da sempre ostacola l’affermazione delle donne nel mondo del lavoro come nelle istituzioni e che finisce col penalizzare tutte quante.
Usciremo mai dal circolo vizioso che ci vede troppo spesso schierate le une contro le altre?”

Non condivido la posizione di Vladimir Luxuria e sto con Asia Argento, senza se e senza ma, e contro ogni #misoginia, inclusa quella interiorizzata di molte donne, #cisgender e anche transgender.

Al tempo stesso ritengo che le tante persone, e fra queste anche alcune #femministe, che – attraverso i social – stanno attaccando Vladimir in queste ore non tanto sulle idee che ha espresso, quanto sulla sua condizione di donna #transgender (la loro “posizione” – spacciata come elevato esercizio di pensiero – è, più o meno, la seguente, da me riformulata in parole più semplici, peraltro citando l’amica Laura Caruso, maestra d’ironia:
“Vladimir Luxuria si è espressa così perché non è una VERA donna, perché – gratta gratta – sempre un uomo rimane”) stiano sfruttando il caso mediatico per dare libero sfogo alla loro #transfobia.
Anche questo è molto sbagliato, e anche questa è una forma di #violenza inaccettabile.

Vladimir ha espresso la stessa opinione che moltissime donne cisgender (ahinoi!) hanno espresso in questi mesi, solo che nel suo caso si attacca la sua identità e non le sue idee, e questo anche è aberrante.

Dovremmo tutti imparare a dare maggiore importanza a ciò che viene detto e non a chi lo dice, valutando le idee prima delle persone.

Presentazione di “Dio odia le donne” di Giuliana Sgrena

Lunedì 12 settembre 2016 alle ore 21.00, il Circolo UAAR di Milano, in collaborazione con Il Circolo Harvey Milk, presenterà, a Villa Pallavicini in via Meucci 3, il libro “Dio odia le donne” con l’autrice Giuliana Sgrena, saggio che ho appena finito leggere, peraltro su un tema attuale.
Consiglio di partecipare a questa presentazione, io ci sarò.
Il diritto alla piena autodeterminazione delle donne è una conquista da sempre ostacolata dalle religioni monoteiste.
Giuliana Sgrena analizza coraggiosamente scritture e saperi dogmatici, soffermandosi sull’onnipresente misoginia.
C’è anche una parte molto dettagliata e interessante sulle pratiche di infibulazione, ancora oggi purtroppo praticate in molti paesi.

https://www.facebook.com/events/554521074732266/

 

25 Novembre, Giornata contro la violenza sulle donne

Non amo il messaggio fra le righe, l’immaginario che in questa giornata di solito viene veicolato: le donne sono creature fragili, vanno protette, e vigliacco chi le picchia…
Il solito punto di vista maschile sulle donne, che ci rende oggetti, certo da tutelare, ma pur sempre oggetti.
Riappropriamoci di questa Giornata, dell’immaginario che ci racconta e determina i nostri destini, diventiamo soggetti.
Smettiamo di chiedere protezione e iniziamo a combattere, giorno per giorno, nel quotidiano, quello che è uno dei peggiori mali del nostro sistema culturale: il sentimento misogino. Che non è espresso soltanto dall’uomo che picchia e mena le mani, quella è solo la punta dell’iceberg, in un sistema culturale che propone il maschile come valore neutro e il femminile come differente e subalterno.
Faccio mie le parole della scrittrice Michela Murgia:
“Se dunque potessi scegliere come essere insultata in merito, vorrei continuare a essere definita come sporca femminista.” (
http://www.michelamurgia.com/cultura/generi/840-sporca,-arrabbiata-e-vetero)


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