La Milano a due velocità, le nuove povertà e un gap che si allarga sempre di più

Dopo il giusto entusiasmo per la Prima della Scala, evento simbolo di Milano che è tornato a splendere e a emozionarci dopo il buio della pandemia, trovo molto ragionevoli le considerazioni del direttore della Caritas Ambrosiana, che chiede di non tralasciare “il long Covid sociale” e quelle quattro famiglie su dieci che, dopo essersi ritrovate impoverite nel corso degli ultimi due anni, non si sono più risollevate.

Il tema della Milano a due velocità e di quel gap che va sempre più allargandosi fra i redditi e i patrimoni medio-alti e quelli di chi sempre più scivola nella povertà diventa sempre più ineludibile.

Rispetto a questo, non condivido la posizione di chi ha rimproverato CGIL e UIL per aver convocato uno sciopero generale per il 16 dicembre, accusando i sindacati di irresponsabilità. È vero che siamo ancora in emergenza pandemica, ma questo non non deve impedire l’espressione di un dissenso che fra i ceti popolari esiste e che non possiamo nascondere sotto al tappeto. Impegnamoci piuttosto a ripensare le relazioni industriali di questo paese alla luce dei grandi cambiamenti che la pandemia ha comportato, ripartendo dalla pratica del dialogo fra le parti sociali.

Politica, pregiudizi e bias cognitivi

Le aspettative successive alla mia elezione in Consiglio Comunale

Occupandomi di diversity management trovo interessanti, da un punto di vista scientifico, le aspettative di alcuni legate alla mia elezione in Consiglio Comunale. Molti, soprattutto nella comunità LGBT+, sono portati a pensare che io “debba” occuparmi esclusivamente di diritti trans* o LGBT+. Oppure, che per il solo fatto di essere una donna transgender io “debba” essere contro futuri provvedimenti per la sicurezza in Porta Venezia, o che mi “debba” necessariamente e subito esprimere nel merito di manifestazioni femministe a Milano (senza minimamente tenere conto del fatto che tanti sono i temi che chi siede in Consiglio Comunale, soprattutto se è all’inizio del suo mandato, deve studiare, come io sto facendo, peraltro in religioso silenzio: “prima di parlare, studia”, così mia madre mi ha insegnato), o ancora che io “debba” essere favorevole al sex work senza se e senza ma (ma perché?).

Che cosa significa essere una Consigliera Comunale in termini di rappresentanza?

Deludere queste aspettative significa andare incontro alle accuse di alto tradimento delle frange antagoniste dei movimenti. Che reclamano a gran voce che io “debba” “rendere conto alla base”, dimenticando che le persone a cui io devo rendere conto sono i cittadini milanesi. Tutti, senza distinzioni.

La maggioranza dei miei elettori sono persone eterosessuali, in particolare donne

E che, se proprio volessimo entrare nel merito delle logiche dei ‘do ut des’ elettorali, allora dovrei rendere pubblico un dato: la schiacciante maggioranza dei miei elettori non appartiene ad aree antagoniste o transfemministe. E nemmeno alla comunità LGBT+. Certo, una parte di miei elettori e sostenitori fa parte della comunità LGBT+ (appartenenti comunque all’area più moderata) e si tratta di quelle persone con cui ho costruito un rapporto di reciproca stima e scambio nel corso degli anni.

Tuttavia, la maggioranza delle persone che hanno scritto il mio cognome sulla scheda elettorale, se proprio volessimo andare a vedere, sarebbero persone eterosessuali, in particolare donne, che non appartengono alla nostra comunità, e che hanno deciso di darmi fiducia.Come faccio a saperlo? È semplice, sono in costante relazione con chi mi ha votato e sostenuto e so come si è svolta la mia campagna elettorale. Una campagna molto intensa che ha toccato tutti i temi che riguardano Milano e che si è svolta in gran parte fuori dalla bolla LGBT+. I temi più affrontati sono stati lavoro, uguaglianza di genere, manutenzione del manto stradale (buche e marciapiedi da sistemare), pulizia delle strade e cestini (sì, i cestini!), sicurezza, caro vita, bagni pubblici (che fine hanno fatto?).

Lavoriamo sui bias cognitivi e ampliamo lo sguardo!

Per concludere, io credo che chi in buonafede ritiene e si aspetti che io debba occuparmi solo e soltanto di temi LGBT+ abbia una sguardo male orientato a causa di bias cognitivi (pregiudizi inconsci). L’invito è ad allargare lo sguardo e uscire da bolle e steccati. Che non significa che io non mi occuperò anche di diritti LGBT+, intendiamoci. Lo farò come ho fatto dal 1998 a oggi, seguendo la mia coscienza e per mia libera scelta. E, soprattutto, al di fuori dei “diktat” che non fanno bene alla causa e che contribuiscono soltanto a creare gabbie mentali e politiche.

Milano, giornata della memoria transgender

Ieri a Milano, davanti a Palazzo Marino, abbiamo celebrato il TDOR – Transgender Day Of Remembrance (Giornata della Memoria Transgender).

Il TDOR è per la nostra comunità il momento del cordoglio e del ricordo dei nostr* mort*, di quelle persone transgender, non binarie e gender non-conforming uccise dall’odio.

Ma non è soltanto questo.
Ogni 20 novembre noi diamo spazio alla nostra rabbia e alle nostre rivendicazioni.

Ecco perché quest’anno ho scelto di tenere un discorso più politico.

Pensieri dalla pandemia

Milano

Mi rendo sempre più conto di quanto questo momento storico, foriero di tanto tempo e riflessioni, abbia ulteriormente rafforzato il mio amore per #Milano.
Mille volte ho pensato di andarmene (le mie ascendenze non sono milanesi), mille e una di tornare con un senso di immensa gratitudine per questa città che mi ha permesso di essere, spaziare, reinventarmi, cadere con stile, spalancare la mente e le prospettive.
Ieri sono tornata in Corso Buenos Aires dopo tre mesi e mi sono emozionata.
Non vorrei aver vissuto altrove, è questa inarrestabile città ad abitarmi più che il contrario.
Forza Milano, risorgerai come la Fenice e sarà un grande spettacolo.

Sulla vulnerabilità

Quanto fa bene abbandonarsi a un lungo pianto, di tanto in tanto?
Oggi ce l’ho fatta.

È stato un (mezzo) anno complesso, difficile, faticoso. Da una parte la volontà di andare comunque avanti con pragmatismo, dall’altra l’essere stata costretta a fermarmi, come tutt*, dagli eventi. E ri/guardare tutto con altri occhi.

Pare che nulla sia davvero cambiato e invece è cambiato tutto.
Forse questa pandemia ha accelerato dei processi che erano già avviati, forse ha determinato cambi di rotta definitivi, è ancora presto per dirlo/dirmelo.

Ho recuperato vecchi fili, rivalutato persone, situazioni e valori. Ho preso un po’ di strada per una rincorsa, ho confermato scelte di cui ero sicura e di cui ora sono ancora più certa.
Non temo l’incertezza dell’oggi, anzi. Già so che un domani potrebbe mancarmi. Trovo che “chissà” sia un avverbio meraviglioso e foriero di vita.

Quanto è bello il calore delle lacrime quando dentro sei piena? E la vulnerabilità che ti fa forte, ne vogliamo parlare? Non so che sarà di me, non ne ho più il controllo, e va bene così.

“Affetti e diritti” – Incontro alla Casa dei Diritti del Comune di Milano

Il Comune di Milano – Casa dei Diritti

vi invita all’incontro

“Affetti e Diritti”

Le pratiche delle “cosiddette” minoranze LGBTQIA+ hanno positivamente influenzato l’allargamento dei diritti, la percezione delle differenze tra soggetti e relazioni, legittimando di fatto la molteplicità delle scelte esistenziali e affettive, dei percorsi di vita che sono la realtà del contemporaneo.

All’interno di questi movimenti, come già successo nei femminismi degli anni Settanta e Ottanta, c’è chi preferisce rifiutare riconoscimenti istituzionali e giuridici, temendo un indebolimento dei movimenti stessi e una limitazione legislativa all’autodeterminazione.

Esistono, dunque, posizioni diverse che appartengono a una dialettica sia personale che politica.

Su questi temi vorremmo riflettere insieme.

Apertura e saluti istituzionali
Introduce Barbara Mapelli, pedagogista e saggista
Con gli interventi di:
Silvia Bartellini, Presidente Consorzio Passepartout
Massimo Clara, Avvocato, Vox Diritti
Marilisa D’Amico, Avvocata, Professora Ordinaria di Diritto Costituzionale e
Prorettora con Delega alla Legalità, Trasparenza e Parità di Diritti presso l’Università degli Studi di Milano
Cristina Gramolini, Presidente nazionale ArciLesbica
Fabio Pellegatta, Presidente CIG Arcigay Milano
Valentina Pontillo, Vicepresidente Rete Lenford, Avvocata, Mediatrice familiare
Coordina Diana De Marchi, Presidente Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili
♦ Intermezzo teatrale di Dominique Evoli, attrice
Testo di Dominique Evoli Alessandra Ghimenti
 A seguire, Miriam Pasqui, Responsabile Unità Coordinamento delle Emergenze Sociali del Comune di Milano, dialoga con:
Maria Silvia Fiengo, Famiglie Arcobaleno Milano
Gianmarco Negri, Avvocato e attivista LGBT+
Paolo Oddi, Avvocato esperto in Diritto degli stranieri
Luca Paladini, Attivista e fondatore de “I Sentinelli”
Monica Romano, Attivista LGBT+ e scrittrice
Un’attivista di Non Una Di Meno
Interventi dal pubblico
Sintesi conclusiva a cura di Nicoletta Gandus, ex magistrata

Quando:

Mercoledì, 15 Maggio, ore 16

Dove:

Casa dei Diritti, Via De Amicis, 10 – Milano

Vi aspettiamo numerose e numerosi!