10 persone transgender influenti nel 2021

Quest’anno Gay.it mi menziona nell’elenco delle 10 persone transgender più influenti, insieme a Porpora Marcasciano, Gianmarco Negri, Fumettibrutti, Daniela Lourdes Falanga, Chloe Facchini e altrə personalità che stanno stanno portando una meravigliosa ondata di cambiamento, abbattimento degli stereotipi e inclusività.
Ne sono ovviamente onorata e ringrazio la redazione.

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Milano, giornata della memoria transgender

Ieri a Milano, davanti a Palazzo Marino, abbiamo celebrato il TDOR – Transgender Day Of Remembrance (Giornata della Memoria Transgender).

Il TDOR è per la nostra comunità il momento del cordoglio e del ricordo dei nostr* mort*, di quelle persone transgender, non binarie e gender non-conforming uccise dall’odio.

Ma non è soltanto questo.
Ogni 20 novembre noi diamo spazio alla nostra rabbia e alle nostre rivendicazioni.

Ecco perché quest’anno ho scelto di tenere un discorso più politico.

In lottǝ! – Contro il negazionismo dell’identità di genere

Tavolo di discussione fra attivist* transgender e gender non-conforming sul fenomeno TERF o gender critical

Mercoledì 23 giugno Ore 18:30 – Evento on-line promosso da Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere e Milano Pride – Link all’evento: https://zoom.us/j/94412639309?pwd=OXovRFVnQmlHcnlEcWRtc2hKV2NLUT09

Introduzione e moderazione: Elena Mantovani, Famiglie Arcobaleno.

Interverranno: Eva Sassi Croce – Transfemminista radicale – Rete Trans* Nazionale e Rete Donne Transfemminsta Arcigay; Monica J. Romano – Socia Fondatrice e Presidente ACET – Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere – Autrice; Laura Caruso – Socia Fondatrice e Segretaria ACET – Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere; Christian Leonardo Cristalli – Attivista trans*; Christian Ballarin, responsabile di Spo.T, Sportello Trans del Maurice GLBTQ; Nathan Bonnì, architetto, attvista non-med e non-binary, autore

Che cosa vuol dire TERF?

Can Germaine Greer still be called a feminist after her comments on rape? |  Letters | The Guardian
Germaine Greer, accusata di posizionamenti TERF

Nel 2015, Elinor Burkett, femminista, giornalista americana, produttrice ed ex docente dell’Università del Maryland, attaccò Caitlyn Jenner, donna transgender, ex campione olimpico di decathlon, che aveva rilasciato un intervista per «Vanity Fair» dopo il suo coming out, con un articolo dal titolo: «Donne e uomini hanno lo stesso cervello?». Nel 2017, Dame Jenni Murray, giornalista inglese della BBC Radio 4, conosciuta come conduttrice della trasmissione Woman’s Hour, firmò un articolo per il «Sunday Times Magazine», dal titolo: «Siate trans, siate orgogliose, ma non chiamatevi una donna “vera”». Senza dimenticare Germaine Greer, scrittrice australiana e importante voce del femminismo, che da tempo anima una retorica trans-escludente, e per questo motivo anni fa fu pesantemente contestata alla giornata internazionale della donna a Brighton. Anche J.K. Rowling – famosissima autrice di Harry Potter – è stata recentemente accusata di di posizionamenti trans-escludenti, cioè discriminatori nei confronti delle persone transgender, non binary e gender non-conforming. Queste sono soltanto alcune delle pensatrici femministe che stanno promuovendo un messaggio dispregiativo e discriminatorio rivolto alle persone transgender in tutto il mondo.

Perché queste femministe discriminano le persone trans?

JK Rowling, accusata di posizionamenti TERF

Esiste un femminismo, spesso anche accademico, radicale e minoritario – ma ancora influente e privilegiato – che arriva ad asserire l’inesistenza dell’identità di genere e, conseguentemente, a sostenere una battaglia politica per la cancellazione delle persone transgender e gender non-conforming dall’ordinamento e dalla società civile.Questa corrente ha una visione essenzialista dei generi, secondo la quale – in estrema sintesi – «donne si nasce», e donne ci si può definire soltanto con un corredo genetico XX. Da tale visione, deriva che le donne transgender non potrebbero definirsi donne e non dovrebbero pertanto accedere agli spazi riservati alle donne, a partire dai bagni pubblici, avere dirittodi ricevere l’assistenza sanitaria se come requisito per i servizi erogati è prevista l’appartenenza al genere femminile, o essere accolte nei gruppi di sostegno per le donne.

Secondo queste pensatrici, le donne transgender intraprenderebbero percorsi di affermazione perché uomini che, sotto mentite spoglie, vorrebbero infiltrarsi nella fila del movimento femminista e distruggerlo. Deliranti assurdità, è più che evidente, purtroppo in gran parte coincidenti con quelle promosse da un certo attivismo ultra-cattolico che alimenta e fomenta le divisioni sullafantomatica «teoria gender» e che oggi ci possono sembrare soltanto le posizioni di alcuni fanatici estremismi, ma la cui pericolosità non va sottovalutata, perché domani potrebbero arrivare a rimettere in discussione diritti faticosamente acquisiti. Tali posizioni estremiste hanno purtroppo attecchito anche in Italia e occorrerà portare avanti nel nostro Paese, e con decisione, una nuova battaglia politica e culturale che impedisca la cancellazione dell’identità di genere e delle soggettività trans*.

La pericolosità del pensiero femminista “Gender Critical”

Il Manifesto “In Radice – Per l’inviolabilità del corpo Femminile”

Tempo fa scrissi che il manifesto In Radice – Per l’inviolabilità del corpo Femminile – nella sua violenza nello stabilire chi è donna e chi non lo è – a me ricorda molto il Manifesto della Razza del 1938. E aggiunsi che il concetto di donna non è fermo e immutabile, ma cangiante, bioculturale e legato ai contesti, come ci insegna la migliore letteratura.

Dove tende il movimento – minoritario nel femminismo – “Gender Critical“?

A me la risposta pare abbastanza chiara: mira alla cancellazione dell’identità di genere e, di conseguenza, delle persone e delle comunità transgender e gender non-conforming.

In principio sono state l’oggettificazione e la deumanizzazione dei nostri corpi e vissuti, il disprezzo per la nostra fisicità e la classificazione dei nostri corpi fra le aberrazioni. Ora siamo alla demonizzazione delle persone transgender che ricorda molto quella dell””uomo nero, brutto sporco e cattivo” storicamente veicolata dalle destre peggiori, con selezioni assolutamente capziose di fatti di cronaca e articoli abilmente manipolati, a partire dalla scelta di parole.

Quando i e le gender critical arriveranno a dire chiaramente che ciò che vogliono è l’apartheid, con bagni separati soltanto per noi, documenti siglati con un bel “TS” e ghetti in cui nasconderci? Quando dichiareranno che il loro intento è quello di impedirci di mischiarci con loro, magari impedendoci di cambiare nome all’anagrafe, come del resto Giorgio Almirante auspicava parlando di quegli “ebrei che in troppi casi hanno potuto cambiar nome e confondersi con noi“? E poi? Cos’altro vorranno fare della nostra indifesa, fragile e delegittimata comunità? Che altro ci dovremo aspettare?

Perché le istituzioni, i media e il femminismo faticano a prendere le distanze dal femminismo “gender critical”?

Mi chiedo cos’altro ci vuole perché le istituzioni, i media e il femminismo isolino e marginalizzino in modo netto, chiaro e definitivo le e gli esponenti di questa “corrente di pensiero”. Visto che c’è ancora indecisione nella sinistra, nel movimento Arcobaleno e nel femminismo sulla parte da cui schierarsi, agli indecisi domando: davvero un domani vorrete essere giudicati conniventi con questo tipo di cultura? Perché siete ancora in tempo per stare dalla parte giusta della Storia.Sono a disposizione per confrontarmi con chiunque abbia ancora dei dubbi e per ulteriori chiarimenti sulle vere intenzioni del femminismo “gender critical”, anche in privato.

Perché una di minoranza lesbiche segue il femminismoTERF?

Diamo tempo al femminismo radicale trans-escludente perché, dopo le donne trans*, le prossime escluse saranno le lesbiche.

Il femminismo ha mai davvero incluso le lesbiche?

Quelle stesse lesbiche (una minoranza, per fortuna) che oggi sono tanto infatuate delle ricche femministe eterocis, si vedranno sbattere la porta in faccia per l’ennesima volta da un femminismo classista che non le ha mai davvero incluse. Capiranno troppo tardi di essere state usate come cavallo di Troia per distruggere il movimento LGBT+ dall’interno… Quanti danni può fare il fantasma erotico della donna eterocis che ammicca ma è sempre pronta a tornare fra le braccia del maritino e del patriarcato! E loro ci cascano ogni volta, ineluttabilmente.

Indovinate chi vincerà questa guerra…

Peraltro continuano a dipingere noi donne trans* come potenziali “molestatori”, quando nella realtà il tema delle molestie sessuali agite da uomini eterocis ai nostri danni a tutti i livelli potrebbe riempire pagine di letteratura! (Insomma, a vincere a mani basse sono sempre i maschi eterocis, nell’intercambiabile quanto pratica veste di maritini loro e molestatori nostri. Capito? 🙂 DONNE, SVEGLIAAA!