Una coppia britannica di persone transgender vede rovinato il giorno del matrimonio

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Una coppia britannica di persone #transgender (un donna transgender e un uomo transgender) vede rovinato il giorno del matrimonio da un titolista del #Sun.

Molte sono le coppie di persone trans vittime di #transfobia in quanto coppie: l’idea che due persone trans possano amarsi dà fastidio a molti (l’ho vissuto e subito in prima persona. Anzi, saluto con una sonora pernacchia quei poveracci che hanno criticato, giudicato, ironizzato), perché scardina molte (rassicuranti) convinzioni sulla nostra condizione.
Beh, se ne facciano una ragione… ed evviva gli sposi! 🙂

Lui poi, davvero un grande, ha dichiarato:

“Naturally the community is upset, as are myself and Hannah, but we have to remember that their readers will know little to nothing about trans people, so once they get past the front page perhaps they will learn a little more about us and see that we are just like any other couple on our wedding day.

L’America LGBT “homeless”

Ho letto l’inchiesta che il Venerdì di Repubblica ha dedicato ai giovanissimi LGBT “homeless”, ovvero senza casa, di San Francisco.
Il dato che colpisce e rattrista è quello ricavato da una ricerca svolta su tutto il territorio degli Stati Uniti, che stima che la percentuale delle persone LGBT, sul totale dei giovani senza casa, raggiunge anche il 45%.
Ho trovato particolarmente sconvolgente l’ipotesi di Tim Sweeney, attivista gay che lavora presso il Center for American Progress, per spiegare il fenomeno: a suo avviso, il fatto di vivere in Stati a legislazione avanzata che riconoscono il matrimonio fra persone dello stesso sesso, spingerebbe i giovanissimi ad anticipare l’età del coming out in famiglia. Se prima i ragazzi si dichiaravano quando andavano al college e avevano l’età per difendersi da famiglie ostili armate di Bibbia, ora escono allo scoperto nella prima adolescenza, finendo col vivere in strada se le famiglie non accettano.
Non sarà questa una conseguenza determinata anche dalle scelte dei movimenti per i diritti LGBT, che fanno del matrimonio l’obiettivo primario di tutte le rivendicazioni, spesso dimenticando che altrettanto importante sarebbe dare visibilità all’omotransfobia come fenomeno nonché maggior tempo e rilievo alla ricerca di strumenti culturali, sociali e politici utili a debellarla?