Da ex studente del liceo Carducci non potevo non raccogliere l’appello degli studenti del liceo in via Beroldo, così come di tutte le studentesse e gli studenti degli altri licei che hanno aderito alle occupazioni.
Sono intervenuta in Consiglio comunale perché ritengo urgente che la politica formuli una risposta convincente e coraggiosa alle sacrosante proteste degli studenti. Innanzi all’assurda morte di Lorenzo Parelli – a cui si è aggiunta quella di Giuseppe Lenoci, morto in un’incidente stradale durante uno stage – restiamo tutti sgomenti perché ci vediamo sbattuta in faccia la realtà di un paese che ha perduto la bussola e le coordinate da tempo. Apriamo gli occhi! Questa proteste portano la forza della una contestazione contro la progressiva trasformazione della scuola da palestra di vita, a luogo di addestramento concepito in funzione delle necessità delle imprese, con tanto di linguaggio aziendalista a confermarlo, con l’inquietante introduzione del “curriculum dello studente”.
I giovani si interrogano e ci interrogano su una scuola che oggi meno che in passato è in grado di garantire la mobilità sociale, concetto oggi decisamente démodé. Quante possibilità ha davvero oggi il figlio di una famiglia non abbiente di riscattarsi e di sperare in un futuro migliore? La scuola sa essere ancora un ascensore sociale? I ragazzi meno fortunati hanno possibilità concrete di migliorare il proprio tenore di vita e, in quest’ottica, di canalizzare positivamente le proprie energie?