Ageismo e abilismo in un’ottica intersezionale

“Se non moriremo all’improvviso, tutti saremo disabili un giorno”

Mara Pieri si occupa di studi sulle disabilità, queer e sulle sessualità. Nell’ambito del Master in Diversity Inclusion e Gender Equality della Fondazione Brodolini, ci ha spiegato come noi tutti siamo allo stesso tempo immersi in una rete sia di oppressioni che di privilegi.

Abilismo e ageismo ci riguardano tutt*

Il destino delle persone anziane e delle persone disabili tende ad essere collegato, perché l’invecchiamento è disabilizzante.

L’ageismo è un sistema di oppressione basato sull’età, che riguarda tutte le età, perché ogni età ha le sue aspettative socio-culturali. Esso può connotare l’esperienza tanto di persone anziane quanto di persone giovani.

L’abilismo è un sistema di oppressione basato sulla discriminazione delle persone non abili. L’abilità e la disabilità sono culturalmente e socialmente definite.

L’ideologia del benessere

Malattia, invecchiamento e disabilità sono accadimenti della vita sui quali possiamo avere un controllo per farli diventare “storie di successo”. Esiste un vero e proprio imperativo morale che ci dice che dobbiamo impegnarci a cancellare e limitare i danni dell’invecchiamento e della disabilità. E se non lo facciamo, incappiamo nella stigmatizzazione.

L’ideologia del benessere è alla base dell’industria del wellness. Addirittura esiste un ramo della gerontologia, il successful ageing, che si occupa di invecchiamento attivo e ci dice come invecchiare in buona salute, come partecipare appieno alla vita della collettività e sentirci più realizzati, e come essere più autonomi nel quotidiano e più impegnati nella società anche se siamo anziani, perché “a qualsiasi età è possibile svolgere un ruolo attivo e beneficiare di una migliore qualità di vita”.