Lavoratori, diseduchiamoci!

Sto tornando dalla manifestazione indetta per il 1 maggio a Milano per la Festa dei Lavoratori, e sono un po’ triste.
Ho visto una scarsa partecipazione, forse anche più ridotta rispetto a prima della pandemia.
Ho sentito dal palco parole e toni troppo educati rispetto a quello che dovrebbe essere il sentimento delle lavoratrici e dei lavoratori dopo due anni di cui soprattutto chi vive di lavoro ha fatto le spese (tanto per cambiare).
Che stanchezza tutta questa educazione e tutto questo contegno calati come una nebbia soporifera sui temi del lavoro.
Dov’è finita la rivendicazione a Milano?
Ho poi sentito la solita vuota retorica sulle donne e sui sanitari, a cui dovremmo esser tutti grati, e il solito “bla bla bla” (grazie a Greta Thunberg per averci regalato quest’espressione così vera e immediata).
Come ci siamo dettə tante volte, al posto della gratitudine, forse un aumento delle paghe e una diminuzione della precarietà e del gender gap sarebbero molto più graditi a coloro che si sono sentiti chiamare “eroi” durante la pandemia, tenendo botta. E invece.
E poi tutto questo utilizzo di termini inglesi che ascolto ai vari eventi che riguardano il tema del lavoro che sto cercando di seguire – francamente – un po’ mi urta.
Non faccio che pensare: “e quindi? E allora?”.
Credo – e oggi però voglio anche dirlo – che il dibattito sul lavoro, per ripartire davvero, abbia bisogno di tre ingredienti che da troppo tempo mancano: pragmatismo, sostanza e verità.

LGBT History Month – Aprile, mese della storia LGBT+

Sono intervenuta in Consiglio comunale perché oggi, 5 aprile, ricorre il cinquantenario di una manifestazione molto importante per il movimento LGBT+.
Il 5 aprile del 1972 ebbe luogo la prima manifestazione gay e lesbica italiana.
40 persone – fra cui Mario Mieli, figura di rilievo nella nostra storia e fra i massimi teorici del movimento omosessuale italiano – si presentarono a un Congresso Internazionale di Sessuologia di ispirazione cattolica che considerava l’omosessualità una malattia mentale e che si proponeva di curarla.
Associazioni e gruppi – fra cui il Gay Liberation Front – arrivarono a Sanremo da tutta Europa per protestare contro gli psichiatri e la medicalizzazione, gridando lo slogan:
«, ».
L’intervento si conclude con la citazione di un passaggio del libro ANTOLOGAIA, di Porpora Marcasciano.
Buon Pride History Month a tuttə!

Riders e food delivery, il Comune di Milano approva la mozione per la sicurezza stradale

Sono davvero molto orgogliosa di questa mozione presentata con Daniele Nahum e Natascia Tosoni. Ringrazio ancora entrambi per avermi coinvolta nella redazione del testo.

Come avevo scritto nell’incipit del mio programma elettorale:

“Ripartiamo dai diritti. La Milano che vogliamo è la Milano che invoca, senza timidezze, il rispetto del diritto del lavoro e che non gira le spalle innanzi alla situazione dei rider che ogni giorno sfrecciano nella nostra città, spesso lavorando in condizioni inaccettabili. È la Milano che non dimentica l’importanza della sicurezza sul lavoro e che brucia di indignazione perché non è accettabile morire sul lavoro.”

No alla Giornata della Vita Nascente a Milano

Giovedì scorso la consigliera Valcepina di Fratelli d’Italia ha presentato un’Ordine del Giorno che fortunatamente siamo riuscitə a non far passare.

Il titolo dice già tutto: “iniziative a sostegno della Giornata della Vita Nascente“.

Tale giornata avrebbe dovuto celebrarsi ogni 25 marzo. Non sono potuta intervenire durante la discussione perché un collega del PD aveva già preso la parola e il regolamento del Consiglio comunale prevede un solo intervento per gruppo consiliare. Come attivista LGBT+ di lungo corso ho fatto davvero molta fatica a tacere mentre esponenti del centrodestra – parlando di “difesa della vita” e di “valore della maternità” – non facevano che ribadire, fra le righe, la presunta superiorità dell’unica idea di famiglia che hanno a cuore: quella eterosessuale, patriarcale e bianca.

Avrei voluto alzarmi e dire che anch’io sono per la vita, per la maternità e per la genitorialità – chi non lo è? – ma che sono anche e al tempo stesso per la difesa del diritto delle donne all’interruzione di gravidanza e per la fine dell’odiosa idea gerarchica di famiglie, quella per cui esistono famiglie meritevoli di essere definite tali e poi tutte le altre, uno o più gradini più in basso. E che alla fine delle odiose gerarchie arriveremo soltanto quando matrimonio egualitario e ius soli in Italia saranno realtà.

Per quanto mi riguarda, è su questa idea di uguaglianza che voglio lavorare come Vicepresidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili. Ieri avrei voluto parlare e ho dovuto tacere, mettendomi praticamente a meditare per non alterarmi. Imparare a fare politica passa anche da questo, dall’autocontrollo, e va bene così.

Non me ne resterò, ovviamente, silente in eterno sul tema. C’è bisogno di tornare a dibattere di genitorialità e di famiglie in Consiglio comunale – a partire dalle trascrizioni – e che il centrosinistra a Milano riprenda la parola e l’iniziativa su questo.

In quest’ottica, è di sicuro buon auspicio l’immagine di Tiziano Ferro e della sua meravigliosa famiglia, che appenderò nel mio ufficio. Un’immagine che mi rincuora dalle tristi, strumentali e capziose dichiarazioni di voto che ho dovuto ascoltare ieri.

L’eutanasia va legalizzata, punto

Non mi pronuncio sul giudizio di inammissibilità della Corte Costituzionale.

Certo, dopo aver firmato per il referendum ed essermi attivata in prima persona per promuoverlo, il dispiacere è davvero grande.

La sede in cui le battaglie per i diritti civili vanno portate è il Parlamento, perché la questione è politica e si lega a una parola importante: LAICITÀ.

Il tema della difesa della laicità delle istituzioni lega tutte le battaglie per i diritti civili, in particolare il ddlzan e una legge sul fine vita.

Perché i mandanti liberticidi – in Parlamento – sono sempre gli stessi, non dimentichiamolo. Massimo rispetto per chi crede e per la libertà di culto, ma scegliessero per sé stessi, non per tuttə, imponendo anche noi come dobbiamo vivere e morire. Non nel 2022!