Sul potere del linguaggio

***Sul potere del linguaggio***

Fare pressioni per modificare il linguaggio è un’importante pratica politica.
Qui e ora, credo che sia importante sostenere la diffusione della parola transgender come aggettivo in luogo dell’uso – ancora diffusissimo – della parola come sostantivo (penso al terribile “i trans“), che troppo facilmente presta il fianco alla deumanizzazione e alla stigmatizzazione delle nostre vite e dei nostri corpi.
Le parola e i linguaggi non sono – sul piano anche semantico – immutabili. E per nostra fortuna!
Il linguaggio plasma la realtà sociale e culturale. Facciamone quindi buon uso, tenendo come bussola le battaglie dei nostri movimenti.
Iniziamo a dire “le persone transgender” in luogo de “i transgender” o “i trans”, espressione non a caso utilizzatissima da chi i nostri diritti li vorrebbe cancellare.
E facciamo anche una riflessione su “FTM” ed “MTF“, parole iperbinarie e iperbinarizzanti, oltre che medicalizzanti.

E ve lo dice una che per anni ha utilizzato l’espressione “le trans” con orgoglio e provocatoria disinvoltura. Ma era un altro tempo (anni ’90 e primi 2000) e gli scenari erano completamente diversi (non lo erano le istanze).
Il linguaggio è anche, a volte, strategia politica.

Milano Pride 2019: 50 anni di movimento LGBT

Sul palco del Milano Pride 2019, per i 50 anni del movimento LGBTQIA+ e la lettura del documento politico.Un momento emozionante e indimenticabile. Il rosso del mio vestito era, ça va sans dire, d’obbligo!.

Mai scorderò il pianto che mi ha preso poco prima di salire sul palco e l’applauso di incoraggiamento degli amici del Coordinamento Arcobaleno.
Ora e sempre nello spirito di Stonewall, ricordando Sylvia Rivera e Marsha P. Johnson!