Sul potere del linguaggio

***Sul potere del linguaggio***

Fare pressioni per modificare il linguaggio è un’importante pratica politica.
Qui e ora, credo che sia importante sostenere la diffusione della parola transgender come aggettivo in luogo dell’uso – ancora diffusissimo – della parola come sostantivo (penso al terribile “i trans“), che troppo facilmente presta il fianco alla deumanizzazione e alla stigmatizzazione delle nostre vite e dei nostri corpi.
Le parola e i linguaggi non sono – sul piano anche semantico – immutabili. E per nostra fortuna!
Il linguaggio plasma la realtà sociale e culturale. Facciamone quindi buon uso, tenendo come bussola le battaglie dei nostri movimenti.
Iniziamo a dire “le persone transgender” in luogo de “i transgender” o “i trans”, espressione non a caso utilizzatissima da chi i nostri diritti li vorrebbe cancellare.
E facciamo anche una riflessione su “FTM” ed “MTF“, parole iperbinarie e iperbinarizzanti, oltre che medicalizzanti.

E ve lo dice una che per anni ha utilizzato l’espressione “le trans” con orgoglio e provocatoria disinvoltura. Ma era un altro tempo (anni ’90 e primi 2000) e gli scenari erano completamente diversi (non lo erano le istanze).
Il linguaggio è anche, a volte, strategia politica.

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