“Le cose cambiano” (e questo a qualcuno non piace)

Ho iniziato a leggere “Le cose cambiano” (http://www.lecosecambiano.org/) stamattina, andando al lavoro, e il libro mi ha portato subito ad una riflessione.
Vi riporto un passaggio della testimonianza di Dan Savage, scrittore e attivista gay americano, che mi ha colpito particolarmente:

La società di solito offriva questo patto alle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender: possiamo torturarti fino a quando compirai diciotto anni. Fino a quel momento verrai tormentato e insultato a scuola, a casa e in chiesa. Dopo potrai fare quello che vuoi. Puoi dire a tutti che sei gay, puoi trasferirti altrove e, forse, se i danni che ti abbiamo fatto non sono troppo gravi, puoi riprenderti e crearti una vita tua. C’è una sola cosa che non puoi fare dopo: parlare ai ragazzi che stiamo ancora tormentando, quei ragazzi aggrediti emotivamente, fisicamente e spiritualmente nelle stesse città, scuole e comunità religiose da cui sei scappato. E, se ci provi, metteremo in dubbio le tue intenzioni, ti accuseremo di essere pedofilo, un pervertito, diremo che stai cercando di convincere i ragazzi ad adottare «lo stile di vita dei gay».”

Personalmente ho vissuto, come sarà successo a molt* di voi, il bullismo sulla mia pelle alle scuole superiori, in quanto “ragazzino” diverso da tutti gli altri, nella totale indifferenza ed omertà da parte di insegnanti e adulti.
Oggi so, sappiamo bene, che quella violenza esercitata col beneplacito delle istituzioni, noi che siamo sopravvissuti, ce le porteremo dentro per sempre.

Credo che la battaglia contro quelle forze che hanno bloccato i libretti dell’UNAR nelle scuole (per non parlare delle inquietanti “Sentinelle in piedi” che scendono in campo contro, si badi, al riconoscimento del nostro diritto a non subire odio e violenza) sia vitale per noi come movimento e comunità, e che debba vederci il più possibile uniti, perché di fatto questi bigotti vogliono impedirci di tendere una mano a quei ragazzi LGBT*, oggi adolescenti, che altro non sono che i nostri ragazzi, la nostra gente, l’arcobaleno di domani.

 

progetto-unar

 

1 comment

  1. L

    Ho ricevuto anch’io bullismo e violenza di matrice cristiana, perchè sono anti-clericale e credo nell’amore/sesso gay, trans, bisex e anche rivolto a se stessi nella masturbazione se non si vuole avere un partner, e non solo nell’amore/sesso etero, fatto passare come “volontà del creatore”. Mi fanno orrore i siti cristiani che propongono “terapie psichiche” per le persone che loro chiamano “contronatura” e mi fa anche orrore il terrorismo psicologico cristiano che instilla sensi di colpa e “malattia” nella psiche di tutti quelli che non sono o non vogliono definirsi eterosessuali per forza. Si parla davvero poco della violenza cristiana, eppure c’è e continua ad esserci, più virulenta e infetta che mai. Il mio pensiero va anche a quelle persone nate in contesti islamici, che vengono ancora uccisi e torturati.

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