Sulla femminilità

Sulla femminilità.
Un modo di essere ed esistere, un’indole innata che anima gestualità, parole, atteggiamenti e che, inevitabilmente, attira su di sé il desiderio.
Ricercata, bramata da uomini e da donne che ne subiscono la fascinazione, ma che spesso sembrano volerla più conquistare che comprenderla, coglierla e rispettarla.
Si gioca spesso in difesa, per la maggior parte del tempo, ed è in verità molto stancante.
Alla fine ci si trincera un poco, perché così vanno le cose e si è coscienti che non cambieranno, almeno non nell’immediato, certo non qui.
Pare così di trovarsi in una torre sospesa nel tempo a pensare e immaginare a quanto bella sarebbe una società dove essere finalmente libere di esprimere, essere, muoversi senza dover scontare una contropartita, o impiegare grandi energie nel fissare continuamente paletti, nello spiegare a chi fraintende ed equivoca, spesso in modo strumentale, il femminile con la debolezza e la subalternità, o nell’affrontare a muso duro, snaturandosi un tantino, chi vorrebbe prevaricare e si sente in diritto di farlo un po’ in tutti gli ambiti, amore e vita di relazione compresi.
E così si continua vivere sognando altro, pratica che ormai, ne prendo atto con gioia, si è fatta modus vivendi. Credo infatti sia questo il miglior modo, peraltro appassionante, per cambiare le cose: esercitarsi ad immaginare altri possibili scenari.

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