Buone feste!

Avevo dimenticato il piacere che dà la buona vecchia abitudine di fare gli auguri – auguri ovviamente personalizzati, nessun invio massivo di messaggi tutti uguali – alle persone che si conoscono.
Molti lo trovano un gesto vuoto e convenzionale, altri ne lamentano a buona ragione l’ipocrisia: «ci si ignora per tutto l’anno e poi arrivano i messaggi di auguri».
È vero, nella vita può capitare di perdersi, ma spesso non lo facciamo succedere consapevolmente. È che siamo talmente pres*, assorbiti dalla quotidianità – persino in un anno come questo – che dimentichiamo la visione d’insieme e i pezzi lungo la strada, e le persone, soprattutto, anche quelle importanti. Ci perdiamo per pigrizia, inerzia, abitudine, perché ci sono opinioni che non abbiamo voglia di ascoltare anche se vengono da chi amiamo, qualche volta anche per vergogna di qualcosa, normalmente qualcosa di stupido che poco conta nel bilancio di un’esistenza.
Io credo che il rituale degli auguri di Natale ci dia l’importante possibilità di esprimere qualcosa a qualcuno senza dover creare un’occasione. Che sia un «mi manchi», o un «mi dispiace», un «ci siamo fatti male ma ancora ci sei qui dentro», o un semplice e banale «vuoi portarmi con te anche nell’anno che verrà?», un messaggio di auguri non è mai soltanto ciò che c’è scritto, nasconde sempre un retromessaggio, e il bello è proprio cercare di interpretarlo.
Scritto questo, vi comunico che questa mattina l’ho passata a fare auguri anche a persone che non sentivo da una vita, e che è stato meraviglioso, perché indietro ho avuto moltissimo: lunghe telefonate, ricordi, gioia e sopresa, risatone capaci di squarciare il tempo e un periodo complicato.
La sensazione è quella di aver ritrovato cose perdute lungo la strada, cose preziose, e quindi oggi mi sento molto ricca.
I miei auguri a tutt* voi!
E che il nuovo anno possa portarci aria, luce, diritti e tanti, tantissimi abbracci.

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