Transessuale

 

Il termine transessuale fu coniato nel 1949 dal dottor David Cauldwell (1857-1959) e con la pubblicazione del libro Il fenomeno transessuale del dottor Harry Benjamin, pubblicato nel 1966, entrò nel linguaggio comune. La parola ha quindi un’origine medicalizzata.

La letteratura scientifica definisce transessuale la persona portatrice di un disagio cronico rispetto alle caratteristiche primarie e secondarie derivanti dal sesso di nascita, disagio risolvibile soltanto modificando tali caratteristiche attraverso gli strumenti che la scienza e la medicina mettono a disposizione.

Harry Benjamin

Harry Benjamin, autore del libro “Il fenomeno transessuale”

Il percorso di transizione, che consiste nel cambiare le caratteristiche sessuali primarie e secondarie (attraverso terapie ormonali e interventi chirurgici) così come quelle legate al genere sociale d’appartenenza (adeguando l’abbigliamento e il comportamento alle aspettative sociali legate al genere nella società di riferimento), ha lo scopo di permettere alla persona transessuale di vivere la sua identità di genere reale, quella definita “d’elezione”.

Assumendo come punto di riferimento l’impostazione binaria dei generi culturalmente dominante, la transizione può percorrere due direzioni. Esistono pertanto persone biologicamente maschi che adeguano il corpo, l’esteriorità e l’identità sociale alla propria psiche, andando verso una femminilità fisico-estetica-genitale, internazionalmente identificate con l’acronimo MTF (Male to Female, da maschio a femmina) e persone biologicamente femmine che intraprendono un percorso in senso opposto, internazionalmente identificate come FTM (Female to Male, da femmina a maschio). Le persone MTF oggi si definiscono donne transgender, mentre le persone FTM uomini transgender.

 

Laverne Cox, donna trangender (MTF)

Gabriele Dario Belli, uomo transgender (FTM)

 

La legge italiana (legge n°164 del 1982) prevede che, successivamente all’iter di transizione, alla persona transessuale venga riconosciuto il cambiamento anagrafico e del sesso, riconoscendo la piena appartenenza al genere d’elezione sul piano legale.

La giurisprudenza italiana ha interpretato la legge 164/82 restrittivamente per più di trent’anni, non concedendo la rettificazione anagrafica alle persone in transizione che sceglievano di non sottoporsi a interventi chirurgici demolitivi sui genitali.

 

 

 

Solo recentemente, con la sentenze della Corte di Cassazione n. 15138/2015 e della Corte Costituzionale n. 221, i tribunali hanno iniziato a cambiare orientamento, concedendo la rettificazione di sesso anche a persone in transizione che hanno rifiutato l’intervento demolitivo agli organi genitali, mettendo in discussione una prassi giurisprudenziale che le associazioni LGBT di riferimento hanno definito “sterilizzazione forzata”.

 

Campagna promossa dal Gruppo Trans di Bologna per promuovere l’adeguamento dell’identità anagrafica delle persone transgender anche in assenza di interventi chirurgici demolitivi e ricostruttivi sui genitali (la c.d. “sterilizzazione forzata”)