Il 25 di tutte. Giornata contro la violenza sulle donne

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Gruppo Donne “Marielle Franco” di Arcigay Catania promuove una riflessione sulla violenza che colpisce donne trans e cis, qualunque sia il loro orientamento sessuale.
Saranno nostre gradite ospiti:
GRAZIELLA PRIULLA, sociologa e saggista, autrice di testi quali “Parole tossiche. Cronache di ordinario sessismo” (Settenove), “C’è differenza. Identità di genere e linguaggi: storie, corpi immagini e parole” (Franco Angeli), “Violate. Sessismo e cultura dello stupro” (Villaggio Maori).
MONICA J. ROMANO, attivista trans e scrittrice, presidente dell’associazione Acet (Associazione per la cultura e l’etica transgenere). È autrice di tre libri: il saggio “Diurna. La transessualità come oggetto di discriminazione” (Costa & Nolan), il romanzo di formazione “Trans. Storie di ragazze XY”, e il memoir militante “Gender (R)Evolution”, entrambi editi da Ugo Mursia.
NATASCIA MAESI, giornalista, responsabile Politiche di genere di Arcigay nazionale e coordinatrice della Rete donne transfemminista.
Introduce e modera l’incontro Vera Navarria, vicepresidente di Arcigay Catania e coordinatrice del Gruppo donne “Marielle Franco”.
Porterà i suoi saluti Armando Caravini, presidente di Arcigay Pegaso Catania.

25 Novembre, Giornata contro la violenza sulle donne

Non amo il messaggio fra le righe, l’immaginario che in questa giornata di solito viene veicolato: le donne sono creature fragili, vanno protette, e vigliacco chi le picchia…
Il solito punto di vista maschile sulle donne, che ci rende oggetti, certo da tutelare, ma pur sempre oggetti.
Riappropriamoci di questa Giornata, dell’immaginario che ci racconta e determina i nostri destini, diventiamo soggetti.
Smettiamo di chiedere protezione e iniziamo a combattere, giorno per giorno, nel quotidiano, quello che è uno dei peggiori mali del nostro sistema culturale: il sentimento misogino. Che non è espresso soltanto dall’uomo che picchia e mena le mani, quella è solo la punta dell’iceberg, in un sistema culturale che propone il maschile come valore neutro e il femminile come differente e subalterno.
Faccio mie le parole della scrittrice Michela Murgia:
“Se dunque potessi scegliere come essere insultata in merito, vorrei continuare a essere definita come sporca femminista.” (
http://www.michelamurgia.com/cultura/generi/840-sporca,-arrabbiata-e-vetero)


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