Narrazioni sovversive

Qualche volta – nell’attività di conferenziera legata ai miei libri – ho l’impressione di deludere l’aspettativa del pubblico che viene ad ascoltarmi.
Molte persone si aspettano ancora la persona trans che mendica benevolenza e parla a testa bassa, il volemose bene, la narrazione di Pinocchio che diventa un bambino vero (seguito da applauso del pubblico di Barbara D’Urso), il buttarla sul ridere in stile drag show, il “grazie che accetti la mia esistenza”.
Se contesti lo status quo, (in particolare lo schema binario, etero e cissessista) sei “antipatica”. E cattiva.
Il punto è che dobbiamo saper essere anche questo.
Questo immaginario va cambiato, e questo cambiamento deve partire dalle stesse persone trans: non compiacere a tutti i costi chi ci ascolta e dire cose sgradite è un atto politico, potente e rivoluzionario, tanto per noi quanto per chi ci ascolta.

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